Uno dei vertici dell’opera narrativa di Leskov, Una famiglia decaduta racconta la storia dell’affascinante principessa Varvara Nikanorovna, costantemente in lotta contro ogni forma di ingiustizia. È la nipote Vera a ricostruire l’ascesa della nonna, che dalla piccola nobiltà di provincia entra a far parte di una delle famiglie aristocratiche più in vista di San Pietroburgo. La cronaca inizia nell’anno 1812, quando il marito della principessa resta ucciso nella guerra contro Napoleone, e termina nel 1825, con la rivolta dei decabristi. Vedova a meno di trent’anni, ma ancora giovane e bella, Varvara non è interessata a risposarsi: lei ha amato, e amerà sempre, un unico uomo nella sua vita. Si dedica invece, con grande impegno, ai suoi figli, ai quali vorrebbe impartire un’educazione genuinamente cristiana, e al benessere dei suoi contadini. La principessa agisce con una bontà fuori dal comune, che però le procura un danno dopo l’altro, specie quando dalla campagna si trasferisce a San Pietroburgo – la cui corruzione è descritta con un realismo “comico” impressionante – e si trova a frequentare i salotti dei nobili. Una fitta cronaca di eventi e personaggi che si muovono in un’atmosfera sospesa tra tragedia e commedia, dove dramma e felicità appaiono come i due volti di uno stesso sogno: la vita.
Parte di una grande trilogia che comprende anche Gli ecclesiastici e Tempi antichi nel villaggio di Plodomasovo, Una famiglia decaduta è uno dei capolavori della letteratura russa dell’Ottocento. Lo stesso Leskov lo riteneva il suo romanzo più maturo e senz’altro il più vicino al suo cuore.