Nessuno meglio di Shirley Jackson conosce «il male incontrollato» che si cela sotto la più linda e ordinata delle superfici. «Nel panorama variegato di scene domestiche che Shirley Jackson tratteggia ci troveremo di fronte all’imponente possibilità di essere anche sbagliati, ma pur sempre con la complicità della magia e della fantasia a proteggere le nostre pulsioni più remote.» - Carlotta Forni per Maremosso «Prende quella strada in un giorno del genere?» chiese il negoziante.
«Non è così malmessa» disse, di nuovo sorpresa. «Non mi importa della pioggia.»
«Noi evitiamo di farla con questo tempo» disse il proprietario del negozio. «Ci sono delle dicerie su quella strada.» Quando Shirley Jackson arrivò in ospedale per la nascita del terzo figlio, l'impiegata all'accettazione le chiese quale professione svolgesse. E alla risposta «Scrittrice», replicò imperturbabile: «Io metterei casalinga». Senza volerlo, quell'impiegata aveva toccato un nervo scoperto - e colto nel segno. L'autrice di uno dei più celebri e disturbanti racconti della letteratura americana moderna era anche, come emerge dagli irriverenti aneddoti familiari, un'eccentrica donna di casa e una madre spassosa e piena d'inventiva. Ed è impossibile non riconoscere qualcosa di lei nelle stravaganti Mary Poppins che popolano questa raccolta, accompagnate da gatti parlanti e in grado di confezionare abiti con le coccinelle e i denti di leone del giardino. Quanto al lato più macabro - quello che la spinge ad affrontare tormenti, aberrazioni, crudeltà, a sondare normalità, follia, soprannaturale e sordido, o ancora a rendere sottilmente inquietante la banalità di «un giorno come un altro», appunto -, il lettore non avrà che l'imbarazzo della scelta. Nessuno meglio di Shirley Jackson conosce «il male incontrollato» che si cela sotto la più linda e ordinata delle superfici. E solo lei sa mescolare assurdo, comico e spaventevole - avvelenata mistura -, portandoli alle estreme conseguenze con un'economia del dettato e un'acutezza del dettaglio del tutto inconfondibili.