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Sellerio

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Nelle foreste siberiane

Sylvain Tesson
Sylvain Tesson
Consigliato per

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€ 16,00 

Un noto scrittore e viaggiatore ha deciso di lasciare Parigi. Saluta gli amici, la fidanzata, il lavoro e gli impegni. Per sei mesi andrà a vivere in totale isolamento nelle foreste della Siberia, in una capanna di pochi metri sulle sponde del lago più antico del mondo, a 120 chilometri di distanza dal primo villaggio abitato, senza vicini di casa né strade di accesso. Lo attende una solitudine differente da quella del navigatore o dell’alpinista che attraversano paesaggi e scenari: nei boschi ghiacciati l’uomo sta fermo e viaggia dentro se stesso, e la natura si gode lo spettacolo. Da febbraio a luglio Sylvain Tesson si impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna, spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell’inverno. La vera sfida di questi sei mesi è scoprire se si riuscirà a resistere. L’ispettore forestale che lo accompagna fin lì è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: «Questo è un posto magnifico per suicidarsi…». La solitudine può anche rivelarsi fertile. Quando non si ha nessuno a cui esporre i propri pensieri la carta diviene preziosa confidente, e il taccuino compagno fedele. I giorni trascorrono mentre si scruta il lago e la foresta, si pesca per la cena o si beve un bicchiere di vodka dopo una passeggiata tra i monti. Una sedia di fronte alla finestra è un punto di osservazione ideale per cogliere il respiro del mondo, l’inverno, l’arrivo della primavera, ma anche la propria felicità, la disperazione, e finalmente la pace. Perché nell’immobilità della Siberia la vita continua a scorrere, impetuosa ma diversa. Si sente il rumore del tempo, si sta in ascolto della propria metamorfosi. E poi ci sono i libri, davvero insostituibili. «Chi non ha troppa fiducia nella ricchezza della propria vita interiore deve portarsi dietro dei buoni autori: potrà sempre riempire quel vuoto» sostiene Tesson con ironica consapevolezza. Ecco allora i migliori compagni di viaggio: Truman Capote e il marchese de Sade, Casanova e Il postino suona sempre due volte, il Trattato del ribelle di Jünger e tutte le versioni del Robinson Crusoe, il De rerum natura e Le fantasticherie del passeggiatore solitario di Rousseau. Mentre si fuma e si beve una vodka si può leggere del corpo, dell’amore e del sesso, del pensiero e della perdizione, dell’ascesi e dell’abbrutimento. Forse questa capanna di legno è davvero un paradiso.

Riguardo al libro
Un noto scrittore e viaggiatore ha deciso di lasciare Parigi. Saluta gli amici, la fidanzata, il lavoro e gli impegni. Per sei mesi andrà a vivere in totale isolamento nelle foreste della Siberia, in una capanna di pochi metri sulle sponde del lago più antico del mondo, a 120 chilometri di distanza dal primo villaggio abitato, senza vicini di casa né strade di accesso. Lo attende una solitudine differente da quella del navigatore o dell’alpinista che attraversano paesaggi e scenari: nei boschi ghiacciati l’uomo sta fermo e viaggia dentro se stesso, e la natura si gode lo spettacolo. Da febbraio a luglio Sylvain Tesson si impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna, spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell’inverno. La vera sfida di questi sei mesi è scoprire se si riuscirà a resistere. L’ispettore forestale che lo accompagna fin lì è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: «Questo è un posto magnifico per suicidarsi…». La solitudine può anche rivelarsi fertile. Quando non si ha nessuno a cui esporre i propri pensieri la carta diviene preziosa confidente, e il taccuino compagno fedele. I giorni trascorrono mentre si scruta il lago e la foresta, si pesca per la cena o si beve un bicchiere di vodka dopo una passeggiata tra i monti. Una sedia di fronte alla finestra è un punto di osservazione ideale per cogliere il respiro del mondo, l’inverno, l’arrivo della primavera, ma anche la propria felicità, la disperazione, e finalmente la pace. Perché nell’immobilità della Siberia la vita continua a scorrere, impetuosa ma diversa. Si sente il rumore del tempo, si sta in ascolto della propria metamorfosi. E poi ci sono i libri, davvero insostituibili. «Chi non ha troppa fiducia nella ricchezza della propria vita interiore deve portarsi dietro dei buoni autori: potrà sempre riempire quel vuoto» sostiene Tesson con ironica consapevolezza. Ecco allora i migliori compagni di viaggio: Truman Capote e il marchese de Sade, Casanova e Il postino suona sempre due volte, il Trattato del ribelle di Jünger e tutte le versioni del Robinson Crusoe, il De rerum natura e Le fantasticherie del passeggiatore solitario di Rousseau. Mentre si fuma e si beve una vodka si può leggere del corpo, dell’amore e del sesso, del pensiero e della perdizione, dell’ascesi e dell’abbrutimento. Forse questa capanna di legno è davvero un paradiso.
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