Come conoscere e sposare l'uomo giusto: è questo il titolo del «terribile» manuale a cui Jane Rosenal si affida per conquistare Robert. Se l'avessero detto alla Jane tredicenne, «esperta nell'arte della mortificazione», non ci avrebbe potuto credere. A dirla tutta anche la Jane adulta non sembra convintissima del libro: semplicemente, non può fare altro che seguirlo. Persino quando, proprio lei che è la regina della battuta pronta e dei giochi di parole, si ritrova a leggere che «il senso dell'umorismo non è femminile». Ma è proprio così? E la conquista ha davvero a che fare con ami e lenze? Scritto nel corso di dodici anni, "Manuale di caccia e pesca per ragazze" ha segnato il debutto folgorante di Melissa Bank nel 1999. Il suo successo commerciale, però, ha spinto la critica ad archiviare l'autrice come esponente della chick-lit alla Bridget Jones e a non attribuirle il valore letterario che meritava, come ricorda Paolo Cognetti nella sua prefazione. A oltre vent'anni di distanza, è il momento di riconoscere a Melissa Bank le sue doti di grande narratrice, divertente e sensibile, ormai collocata accanto a nomi quali John Cheever e Lorrie Moore. Perché questo romanzo non è solo una storia d'amore e la sua protagonista ironica e spigliata non è solo una donna a caccia dell'uomo perfetto. Ciò che lega la Jane adolescente alla Jane matura, capitolo dopo capitolo, è ciò che nasconde forse il cuore più profondo di questo romanzo: Jane è sorella, figlia, fidanzata e amica; come tutti fa i conti con il dolore, lo spaesamento e la solitudine. E, soprattutto, con un'immensa domanda: come si costruisce l'amore?