Lo smarrimento durante un breve viaggio in treno senza poter leggere gli ideogrammi, la scoperta che in Giappone soffiarsi il naso in pubblico è maleducazione, una gita alle terme con gli studenti, una disavventura al parcheggio, un timido studente attempato che s'innamora di un'americana... Sono tanti i piccoli spunti, i ritratti, da cui parte il racconto di questo libro curioso, che fa un doppio movimento: nel corso di sedici anni di vita in Giappone, la grande fascinazione iniziale per l'eleganza, per la raffinatezza del gusto, per la discrezione e la delicatezza delle persone lascia il posto progressivamente al fastidio per l'apparente ipocrisia, per la formalità e la rigidità mentale; eppure quella che si comunica al lettore è una conoscenza profonda degli animi, della cucina, della lingua, della letteratura giapponese, che finirà per portare l'autrice e il lettore fuori da tutti i luoghi comuni, e dentro un altro mondo. Con la definitiva consapevolezza che si tratta davvero di un altro mondo, a cui non si può che tentare di avvicinarsi all'infinito.