“Io sono la vecchia strega. Io sono l’Irlanda. Stendo e allargo le braccia nodose. Apro la bocca sdentata. Spalanco la roccia malferma delle gambe. Le mie fessure leccate ed erose dal mare salato. È là dentro che vi siete riparati, tutti tremanti... Perché amavate, allora avete anche avuto paura. Perché gridavate, allora avete parlato. Perché volevate che una forma vi sopravvivesse, avete raccontato una storia”.
Al centro di questo romanzo splendido e senza compromessi ci sono le vicende intrecciate di due famiglie dublinesi tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, gli O Conaill e i Lyons, e insieme a queste la storia di una giovane che affronta un destino ingiusto, Dymphna, e quelle delle donne senza nome che come lei sono state rinchiuse nelle “Lavanderie” riservate alle ragazze perdute; e ancora, una coraggiosa serva del tempo di Enrico VIII, poeti, bardi, spettri, antichi guerrieri, l’Irlanda stessa, che oggi è una strega vestita di stracci che vaga per le strade della città portandosi dietro i suoi figli morti. L’affetto di una strega, tradotto magnificamente da Fabio Pedone, è un’opera corale e polifonica, radicale e coraggiosa, un sogno selvaggio che racconta l’Irlanda come raramente è stato fatto in questi anni.