Tre punti di vista – quello di Golo, raccomandato di ferro e gigolo impenitente, del comandante Doll, vittimista e delirante, e di Szmul, il capo dei Sonderkommando – s’intrecciano nella «zona d’interesse» del Kat Zet, il campo di Auschwitz, dove gli orrori del lager arrivano filtrati dal tran tran della burocrazia. La storia che le tre voci restituiscono è fatta di omuncoli grotteschi, tragedie ovattate, qualche ambiguo eroismo e un amore impossibile, quello di Golo per l’irraggiungibile Hanna Doll. Martin Amis dà un’altra prova di grande verve linguistica, ma anche del solito gusto per la provocazione, calando la sua commedia romantica nel piú inospitale degli scenari, e usando la lente della satira per denunciare i crimini contro l’umanità. Dal rifiuto sia di Gallimard in Francia sia di Hanser in Germania di pubblicare il romanzo, ai riconoscimenti di critica in Inghilterra come in America, La zona d’interesse ha avviato un dibattito destinato a proseguire.