In un paese sconosciuto del Terzo mondo appena uscito dalla guerra civile, viene commissionata una nuova strada che deve connettere le due metà dello stato fratturato. L’opera, affidata a una coppia di contractor del Primo mondo, va portata a termine in fretta, prima della parata celebrativa per l’armistizio. Per ragioni di sicurezza i due uomini si sono dati degli pseudonimi numerici: Numero Quattro e Numero Nove. Quella che per Numero Quattro è una missione da svolgere senza indugi o distrazioni nel rispetto del rigoroso protocollo e di un serrato calendario, per Numero Nove è invece l’occasione ideale per nuove avventure: imparare di più del paese che li ospita, fare amicizia con le persone incontrate sulla strada e, in generale, derogare alle strette regole cui dovrebbe sottostare. Nove, insomma, è agli occhi di Quattro un “agente del caos”, che rischia di compromettere il lavoro – e il ritorno a casa. Stranieri in una terra devastata dalla guerra, Quattro e Nove sono protagonisti di una potente allegoria che mette in questione la nostra capacità di comprendere guerre che non ci appartengono e di giocare un ruolo nella costruzione della pace altrui.