Attraverso una rigorosa ricostruzione storica, che gioca anche con l’immaginazione, Daniele Archibugi ci permette di scorgere, nel breve spazio di una notte romanzesca, gli uomini nascosti dietro al loro mito. L’esuberanza di Casanova, la serietà di Kant: le due anime del Settecento a confronto in una lunga notte baltica. Da quando è stato trasferito da Berlino a Königsberg, il governatore Hans von Lehwaldt ha cercato ogni possibile pregio in quella cittadina severa affacciata sul mar Baltico. In fondo la sua vita scorre serena tra le passeggiate al porto e le visite dei notabili della città. Però c’è l’inverno pressoché perenne, e quel tedio infernale. Per questo, quando un giorno di fine estate del 1764 gli viene riferito che è in arrivo Giacomo Casanova, preceduto dalla fama di gran seduttore e spirito illuminato, il governatore decide di invitarlo nella propria casa. Per irretire e divertire il celebre ospite, von Lehwaldt invita i cittadini più in vista, tra i quali il filosofo Immanuel Kant, destinato a diventare la «gloria di Königsberg». I due non potrebbero essere più diversi: Casanova è fuggito dal carcere di Venezia e vaga tra le corti d’Europa seducendo giovanette bellissime e nobili azzimati. Kant, invece, non ha mai lasciato la sua città natale e ha dedicato la vita al sapere, alla carriera accademica e ai suoi studenti, senza mai concedersi distrazioni, meno che mai sentimentali. Sarà l’enigma di Eulero, che ammanta di mistero la città di Königsberg e i suoi sette ponti, a trasformare la serata in un’indimenticabile sfida tra le due anime del Settecento.