Un ritratto magnetico di tormentata libertà, la fotografia di una delle personalità italiane più indimenticabili di tutti i tempi, capace di amare e vivere oltre ogni convenzione. Stazione di Ravenna, 1902. Tra schiere di ammiratori e giornalisti a caccia di scoop, arriva la coppia più chiacchierata d’Europa: sono Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, in città per assistere al Tristano e Isotta di Wagner. Nessuno lo sa, ma la tormentata relazione tra la Divina e il Vate è già in crisi. Ed è proprio in quel momento che nella vita di Eleonora, capace di incantare sul palcoscenico gli spettatori di mezza Europa, si fa strada una donna. Camicia bianca e cravattino, i capelli tirati all’indietro per sembrare corti, Cordula Poletti è una visione perturbante. Ha sedici anni, e negli occhi la determinazione di chi si è già guadagnata il nome di “fanciulla maschia”. Così, senza preamboli, la giovane poetessa romagnola s’inginocchia davanti alla Duse, porgendole un fascio di rose. Non si vedranno per otto anni, quando tra le due esploderà una passione che farà scandalo. Un amore mai raccontato, diverso da quello di Eleonora per Gabriele, che era stato così sensuale e ossessivo, sublimato da un inscindibile connubio artistico e punteggiato di tradimenti. Patrizia Tamà svela il cuore di una delle donne più straordinarie della nostra storia, prima vera diva e icona del XXI secolo, raccontandoci le sue due passioni più travolgenti, in cui amore e odio sono cuciti a doppio fifilo con l’arte. Sullo sfondo rivivono l’Italia e l’Europa della Belle Époque, da Venezia a Berlino, e l’eccentrica comunità di intellettuali e artisti che attornia la Divina.